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Rinfrescante, estivo, popolare ai giorni nostri e nel passato. Il Gin Tonic, come noi lo conosciamo, ha origini molto antiche. La sua storia inizia in luoghi lontani, tra il Perù, passando per l’Europa, India, Gran Bretagna ed infine tutto il mondo.
Le popolazioni indigene del Perù possedevano nella loro cultura nozioni che interessavano le proprietà curative dell’albero della china, a sua volta molto reperibile nelle foreste pluviali ed utilizzata dalle tribù come rimedio muscolare.
Gli europei ebbero i primi contatti con le etnie quechua e, da queste, impararono ad utilizzare al meglio la corteccia di questi alberi che, caratterizzata da un amarissimo sapore, necessitava dell’aggiunta di dolcificanti naturali dopo la decozione, per renderla più appetibile e piacevole.
Una volta apprese è importate le tradizioni di impiego della china nel vecchio continente, parliamo del XVII secolo, si scoprì che essa risultava essere un potente rimedio contro la malaria. Fu il turno degli scienziati francesi che, dopo duecento anni, riuscirono ad estrarre il chinino dalla corteccia di Cinchona, ottenendo la possibilità di trasportare a bordo di navi mercantili e imbarcazioni militari, molte più dosi di questo antidoto antimalarico, soprattutto quando si faceva rotta verso zone ad alto rischio di contagio.
Con il tempo si scoprì che, assumendo una dose quotidiana di estratto di china, il rischio di contrarre la malattia si riduceva notevolmente fino, in alcuni casi, ad annullarsi totalmente.
Le colonie inglesi militari e civili presenti sul territorio indiano, e qui la memoria ci porta alla seconda metà dell’Ottocento, avevano il tassativo dovere di assumerne una razione quotidiana come rimedio alla malattia e ben presto, non mancò l’idea di commercializzarne un prodotto.
Schweppe, già noto imprenditore nei primi anni del XVIII e sviluppatore della tecnica di addizionare anidride carbonica all’acqua, ebbe l’artificio di mescolare chinino, acqua dolcificata e limone, creando una gustosa profilassi antimalarica che, in breve, divenne rinomata nelle popolazioni britanniche dell’India, facendo di lui, il fornitore ufficiale della bevanda, da qui conosciuta come “Schweppes Indian Tonic Water”.
Menzionando il popolo inglese non serve molto per supporre chi tra tutti ebbe l’acuta intuizione di versare del gin, già celebre al tempo, all’interno dell’acqua tonica dando così vita al Gin Tonic.
Ebbe così iniziò l’evoluzione del drink più diffuso al mondo, attraverso il colonialismo inglese. I molti quotidiani dell’epoca in Gran Bretagna che lo citavano, ne testimoniavano il notevole successo anche per coloro che, fortunatamente, non necessitavano della quotidiana dose di antimalarico.
Freschezza!
Mauro Marchetti
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