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Siamo in America del Nord intorno al 1750, epoca nella quale tra tutti i distillati il Rum si faceva strada tra i già noti Brandy e Cognac, essendo economicamente più abbordabile e alla portata di molti. Oltre all’importazione di Rum da luoghi come Barbados e Giamaica, in alcune colonie lo spirito di canna veniva prodotto in loco acquistando la materia prima direttamente dai Caraibi.

Mentre tutto ciò accadeva, al bancone dei bar venivano preparati cocktails a base di Brandy, Genever piuttosto che Vermouth. La miscelazione dell’epoca era classica e spesso poneva rimedio a distillati di difficile bevuta perché di scarsa qualità. Era molto semplice ma pratica, e consisteva nell’ aggiustare con zuccheri e bitter aromatici distillati o liquori base adoperati.

Quindi anche il Rum entrò a far parte di questo “Modo di Bere” e ben presto il “Rum Cocktail” si diffuse nel Paese preparato con produzioni americane o caraibiche.

Fu solamente nei primi anni del 1800 nella città di Boston nel Massachussetts che tra le classi sociali più ricche ed elevate comparve il ghiaccio commerciale, venduto a grandi blocchi prelevati da fiumi e laghi congelati.

Il Ghiaccio come il Brandy Cocktail erano molto apprezzati dalla popolazione altolocata, mentre le classi più popolari americane si accontentavano di bere Rum e Rum Cocktail, spesso a temperatura ambiente in quanto più sobrio ed economico. Con il passare del tempo, alcun ricettari presentavano drink composti da Brandy miscelato con Rum.

Rum Cocktail

Il Whiskey Americano come lo conosciamo, iniziò a essere disponibile dal XX secolo. In principio si trattava di distillati prodotti in modo molto grezzo e venivano considerati “Poveri”, data la scarsa qualità di preparazione e la totale assenza di invecchiamento in botte. Le prime produzioni invecchiate si ebbero solamente a partire dal 1830.

Come il Rum anche il Whiskey americano iniziò a diffondersi liscio oppure miscelato in “Whiskey Cocktail” che, successivamente, divenne “Old Fashioned”.

Ci trasportiamo poco più avanti con gli anni tra il 1870 e il 1880.

Il Whiskey Cocktail aveva preso piede tra bar e consumatori. Ogni bartender aveva l’abitudine di modificare le ricette originali aggiungendo al cocktail il proprio tocco personale ma, rischiando a volte di deviare l’aspettativa del cliente.

L’esigenza di tornare al bere classico diede vita a quello che oggi conosciamo come uno stile di bere, preparato al “Vecchia Maniera” proprio come l’Old Fashioned”.

Realizzato con Buorbon o Rye Whiskey, acqua naturale, un poco di zucchero, bitter aromatico e l’aggiunta di olii essenziali di limone e arancia.

Da oltre 140 anni un cocktail in “Vecchio Stile”…Buona Old Fashion Week.

Salute!

Mauro Marchetti

Cielo

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