L’aperitivo è un rito tutto italiano che nasce a Torino nella seconda metà del 1700 in coincidenza con la creazione del vermouth, ed è ancora oggi un modo di stare insieme e rilassarsi. In un mondo dove si comunica sempre più in modo virtuale, creare occasioni di incontro diventa un’esigenza ancora più forte.
Il rito dell’aperitivo è un momento irrinunciabile per milioni di italiani che, dalle 18:00 alle 21:00, si concedono una pausa di relax con gli amici.
Si dice aperitivo, si pensa happy hour. Un fraintendimento nato a metà degli anni 2000 nel Nord Italia, quando la moda “dell’ora felice” si è andata via via sostituendo all’aperitivo classico.
La mania dell’happy hour nasce quando, soprattutto in quel di Torino e di Milano, alcuni locali hanno avuto l’idea di offrire delle promozioni al termine della giornata lavorativa. Dalle 18:00 fino alla seconda serata è possibile ordinare un alcolico di proprio gradimento a tariffa fissa, per ricevere l’accesso a un buffet composto da paste, pizzette, salumi, riso, insalate, panini assortiti e molto altro ancora.
Diffusosi rapidamente in tutto il Nord, l’happy hour è diventato un vero e proprio sostituto della cena: ci si reca al locale, si mangia un pasto veloce e si è pronti per i successivi balli in discoteca.
Non vi è una precisa ricerca del gusto – sebbene sempre più attività propongono pietanze ricercate, piatti etnici, ricette veg, sushi e sashimi – e il rito in sé comprende qualsiasi tipo di bevanda, dai succhi alle bibite gassate, dal vino ai superalcolici.
Differente è l’aperitivo in senso tradizionale, un vero e proprio propedeutico alla cena.
Si consuma solitamente prima di sedersi a tavola, all’interno del bar o del il ristorante scelto. L’usanza prevede un blando alcolico a cui sono associati dei semplici stuzzichini salati, salumi, antipasti o la degustazione di piccole porzioni di formaggi tipici: la funzione è quella di predisporre le papille gustative ad assaporare la successiva cena.
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Quindi? Ci vediamo al CIELO?”
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